Raccontaci di te, personalmente, del tuo percorso e della tua start up.
Raccontarsi personalmente e professionalmente a questo punto della mia vita diventa complicato: con oltre 30 anni di carriera spero di riuscire a farvi un brevissimo racconto che ispiri altre donne a credere in sé e nei propri sogni. Sono nata e cresciuta nell’agenzia di assicurazione di famiglia che vanta oltre 50 anni di attività continuativa e fin da piccola ho imparato il valore sociale dell’assicurazione. Sono indelebili i miei ricordi dei familiari di clienti che venivano a casa a comunicare la disgrazia dell’incidente stradale e il conforto che trovavano perché i momenti gravi e imprevedibili della vita sconvolgono completamente la famiglia, anche finanziariamente. Ovvio che la scelta dei miei studi sia stata influenzata e quindi sono stata una delle prime laureate alla facoltà di Economia e Commercio dell’Università Cattolica di Milano con specializzazione in assicurazioni.
Ed è la mia tesi di laurea sul mercato unico europeo delle assicurazioni che mi porta in contatto con Royal Insurance plc (oggi RSA Group), oltre 200 anni di storia dell’assicurazione internazionale, che mi offre uno stage nell’International Division dove però mi fanno conoscere e studiare TIA e Royal Direct (le 2 prime assicurazioni auto in assoluto a vendere al telefono) e lì scatta al mia passione per processi o, meglio, per l’eccellenza operativa, fattore essenziale per massimizzare la soddisfazione del cliente.
Royal Insurance plc è stato l’incipit perché, grazie a loro, dopo Londra torno a Milano a lanciare Royal Insurance Direct, la prima con Genertel a vendere auto al telefono e la prima in EU a vendere online e in banca allo sportello.
L’esperienza ai vertici con Royal a livello nazionale e internazionale è stata formativa a livello professionale e umano e quando poi ho deciso di lasciare Directline (oggi Verti) che aveva acquisito Royal Insurance, il mio sogno è stato subito lanciare sul mercato una nuova Royal che aiutasse i clienti a proteggersi ma questa volta dalle grandi paure della vita, al costo giusto (“ogni bravo automobilista merita il prezzo giusto” era il motto di Royal in Italia).
Mentre maturava sempre più la mia allucinazione di proteggere finanziariamente i vulnerabili, sono anche diventata mamma e mio figlio è per me una fonte di energia e forza incredibile quindi, durante un convegno in cui si parlava di casi di successo internazionali dell’assicurazione vita, prendo coraggio, mi presento al country manager di una delle più grandi riassicurazioni al mondo e ottengo la disponibilità a sviluppare il prodotto che avevo sognato per i nostri clienti.
Ed fra gli ex colleghi di Royal che vado a cercare Alessandro Turra, il socio giusto (è fondamentale trovare i giusti compagni di viaggio) mentre i veloci sviluppi della tecnologia erano chiaramente il segnale che si poteva ingaggiare e dialogare direttamente con il cliente. Insomma era arrivato il momento di rivoluzionare il mercato vita.
Avevo anche un minimo di esperienza con gli investitori perché alla vendita di Royal avevamo tentato un MBO, così nel 2017 con Alessandro inizia l’avventura della ricerca di un investitore: avevamo un progetto sulla carta e la disponibilità di un leader mondiale della riassicurazione a farci il prodotto.
Dopo 2 anni su cui potremmo scrivere un libro, alla fine nel 2019 lanciamo viteSicure ed è bello oggi raccontare di esserci riuscita.
ViteSicure è la generazione futura dell’assicurazione vita protezione che grazie all’open innovation ha trasformato l’esperienza d’acquisto del cliente rendendola accessibile, immediata e semplice.
Un journey semplice che ingaggia il cliente sul bisogno di protezione e in circa tre minuti gli consente di acquistare una polizza inclusiva, sostenibile, per proteggere se stesso e chi ama dalle 3 grandi paure della vita: morte, malattia e perdita del reddito.
Proteggere finanziariamente le persone vulnerabili è la funzione sociale fondante dell’assicurazione che ha impatto anche sull’equilibrio economico del nostro sistema Paese.
Quale impatto la tua start up pensi stia avendo su altre donne intorno a te?
L’impatto più grande che sta avendo viteSicure è con le clienti: mamme, mogli, compagne e giovani donne molto pragmatiche che si informano, chiedono, “spaccano il capello” e poi acquistano la nostra polizza con un sospiro di sollievo mentre ci dicono “sa nella vita non si sa mai”.
Se parliamo invece dell’ambito professionale assicurativo purtroppo devo dire che noi donne delle assicurazioni siamo poche e non connesse fra noi. Nell’ambito delle start up insurtech e fintech, se mi chiedi di un convegno, incontro, competition in cui oltre me c’era un’altra donna, ti dico che non ne ho ancora avuti ma ogni volta spero di aiutare, ispirare altre donne a crederci e portare avanti i propri progetti.
Si dice che le donne non fanno squadra ed è difficile creare rete ma sottovoce vi confesso che io adoro lavorare con con altre donne e negli anni ho incrociato donne forti che sono state capaci di farsi strada nella finanza e impresa in tempi veramente difficili e spesso mi sono ispirata a loro e credo di aver un po’ imparato a dare forza alle donne che lavorano con me. Uno dei ricordi più belli che conservo è l’email del mio braccio destro in Royal Insurance che ora lavora in posizione di vertice in un gruppo assicurativo internazionale “Eleonora mi sono chiesta cosa avresti fatto tu.. e l’ho fatto.. e ci sono riuscita”.
Ora viteSicure è una start up al femminile. La nostra società è controllata da donne: sono orgogliosa di avere donne con grande esperienza come Maria Giovanna Calloni, Natalie Droulers ed Elisa Masera abbiano creduto in viteSicure e il 70% della forza lavoro è costituita da donne alle quali cerco di infondere costantemente fiducia, di fare in modo che il lavoro non siano ore che devono passare ma tempo di valore in cui crescere e contribuire al benessere sociale.
Dalla tua incredibile esperienza qual è stata la più grande ricompensa e la più grande sfida nell'essere CEO?
La mia più grande ricompensa è quotidiana: ogni volta che viteSicure vende una polizza so di avercela fatta a proteggere finanziariamente una famiglia in più e so che ho fatto bene a credere in me stessa e nella possibilità di farcela.
Ora la sfida come CEO è accelerare la infatti la sfida è completare il round di Serie A.
Qual è il miglior consiglio che hai ricevuto da un mentor?
Di credere in me stessa. Ho fatto carriera in un gruppo internazionale molto giovane e molto velocemente e il fatto di essere molto giovane mi faceva sentire piccola fino a quando il mio amico collega del personale mi rende consapevole del fatto che avevo camminato sulle mie gambe e che erano forti per intraprendere una strada nuova, quella di viteSicure.
Quando ti sei sentita maggiormente "empowered" nel corso della tua carriera?
In viteSicure ogni giorno che passa mi sento necessariamente più empowered. L’empowerment è essenziale per crescere e realizzare gli obiettivi quindi è un crescendo continuo.
Da MyChalom pensiamo che ogni badass woman abbia dovuto compiere un passo decisivo per arrivare dove si trova ora. Chiamiamo questo momento "TBS", The Big Step. Qual è stato il tuo?
Il mio big step è stato quando nel 2016 ho deciso da sola di creare viteSicure coinvolgendo Alessandro e iniziando un viaggio sfidante e sorprendente.
I tuoi 3 articoli preferiti di MyChalom Fall/Winter 2022
Rossi, Fondente, Ursula
Per concludere, il tuo motto da badass woman.
"Mi ci è voluto molto tempo per trovare la mia voce, e ora che ce l'ho, non rimarrò in silenzio."
Madeleine Albright