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Sabrina Brunelli // Founder Resily

Raccontaci di te, professionalmente e personalmente.

Sono da sempre una persona entusiasta della vita, che non si abbatte mai, una vulcanica. A 46 anni ho deciso di lasciare l’azienda di famiglia perché, dopo 26 anni passati a dirigere la parte amministrativa ho sentito che stavo stretta in quel posto, amavo moltissimo il mio lavoro ma non ero più in sintonia con i miei soci/familiari e quindi la scelta più naturale è stata quella di lasciare tutto e ricominciare da zero. Il mio benessere è quello che conta di più per me e non potevo rimandare oltre. Ho deciso di creare una linea cosmetica esclusiva che si basi sui principi attivi del Fico d’India di Sicilia, una pianta che ho amato sin dal mio primo viaggio in Sicilia nel 1997 e che ha moltissime proprietà, poco conosciute e sottovalutate. A questo abbino la mia passione sin da bambina per la scrittura e ciò mi ha portato a pubblicare tre libri autobiografici di cui uno in forma di fumetto, il mio fumetto tutto in giallo come me: La Cipi, per diffondere con facilità il messaggio positivo e resiliente, ancora prima che il Covid ne inflazionasse il significato

Qual'è il significato di successo per te? 

Il successo per me significa essere sempre se stessi e realizzare i propri sogni, quasi mai agevolmente, sia ben chiaro, ma se ci credi davvero devi essere disposta a pagare il prezzo del sacrificio per realizzare ciò che ti fa alzare felice dal letto la mattina. Il successo per me è aiutare gli altri anche grazie alla scrittura, non facendoli sentire soli perché magari leggendo la mia storia possono trarre qualche spunto e non fare gli errori che ho commesso io…ecco questo è il successo per me. I soldi non sono mai il primo obiettivo, sono una conseguenza del fatto che una persona fa ciò che ama con passione e appunto resilienza e questo fa tutta la differenza del mondo

Cosa ami di più del tuo lavoro?

Amo il mio lavoro perché mi permette di fare ciò che mi piace di più, senza vincoli, senza orari. Questo mi consente anche di gestire un problema di salute che ho scoperto nel 2008: l’Endometriosi, una patologia che mi ha imposto di fare i conti con me stessa, con le mie fragilità, con il dolore. Un’altra mia missione è proprio questa, aiutare le donne a prendere consapevolezza di questa patologia, diffonderne la conoscenza, creare sorellanza.

Quale consiglio daresti ad una Donna che vorrebbe essere nelle tue "scarpe" ? 

Vorrei consigliarle di non mollare mai!  Come dice una delle mie vignette tutte le ore belle o brutte che siano hanno una durata di 60 minuti e bisogna essere pazienti e determinate nel sapere aspettare in maniera attiva che passi ogni temporale. Ciò non significa aspettare nell’autocommiserazione, l’importante è trovare sempre un modo per mettere in evidenza le cose positive di ogni situazione. Qualcosa si può risolvere, qualcos’altro deve essere accettato così come è perché magari non dipende da noi (ad esempio la malattia) ma c’è sempre qualcosa di positivo in ogni esperienza della nostra vita, ne sono fermamente convinta.

Il tuo motto da #badasswoman ? 

Naturalmente “Mi piego ma non mi spezzo e ricomincio da me” il titolo non a caso di due dei miei libri

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